di Nicolò Conti (Università degli Studi di Roma UnitelmaSapienza)

Questo è un articolo dell’Atlante elettorale della Società Italiana di Studi Elettorali (Sise) che – in collaborazione con Repubblica – offre ai lettori una serie di uscite settimanali in vista delle elezioni europee dell’8-9 giugno 2024.

su: https://www.repubblica.it/politica/2024/05/17/news/europee_sovranisti_lega_fdi-422998499/

 

Con l’avvento di varie forme di integrazione sovranazionale, la graduale deterritorializzazione dei centri di potere ha progressivamente indebolito l’autorità dello stato. La sovranità è stata tradizionalmente intesa come una forma di organizzazione del potere, esercitata all’interno di un territorio delimitato (lo stato) da parte di una comunità politica chiaramente definita (la nazione) che non riconosce autorità di livello superiore. L’integrazione europea, insieme a vari altri regimi internazionali, ha avuto un profondo impatto sull’autorità decisionale degli stati. Il fenomeno ha dato origine a reazioni di segno contrario, in favore della “ripresa del controllo”, vale a dire un ritorno alla tradizionale concezione della sovranità basata sull’idea di territori esclusivi e delimitati, custoditi dalla forma più tradizionale dello stato. In un momento storico in cui cresce la preoccupazione verso la corrispondenza tra i nuovi e più remoti centri di potere, quali quelli identificati con Bruxelles, e gli interessi nazionali, il sovranismo può essere visto come una interpretazione ideologica della sovranità in chiave di ri-appropriazione di poteri. Il concetto di “sovranismo” si afferma quindi come progetto finalizzato a ristabilire le forme tradizionali di sovranità, in chiave chiaramente euroscettica con riferimento ai poteri esercitati dall’UE.

Nel tempo, negli stati europei si è assistito a una impennata di tipo sovranista, con varie forze politiche impegnate nel rivendicare il ripristino del controllo degli stati sulle leggi, le politiche e le interazioni internazionali. Le spinte sovraniste si sono manifestate attraverso rivendicazioni della supremazia dello stato rispetto alle istituzioni dell’UE e come argine all’integrazione economica, politica e culturale di livello europeo e globale. In passato, il sovranismo era relegato fra i partiti di destra radicale e, sebbene in misura minore, coinvolgeva anche partiti di destra moderata. Più recentemente è diventato un fenomeno trasversale. Per esempio, alcuni studi hanno documentato come anche forze politiche di sinistra abbiano adottato rivendicazioni a favore della sovranità nazionale (con una particolare enfasi sulla sovranità economica). Si è osservata, inoltre, una tendenza dei partiti radicalizzati a trovarsi in sintonia con quelle parti della società che rivendicano con maggior decisione i valori della sovranità nazionale. Studi che considerano il doppio versante cittadini-partiti hanno messo in luce come le posizioni sovraniste delle forze politiche siano spesso associate a cambiamenti (in direzione sovranista) dei sentimenti nell’opinione pubblica. Se i valori della sovranità hanno assunto risonanza tra i cittadini, le forze politiche (e, in particolare, quelle più radicali) si sono affrettate a garantire loro rappresentanza.

Nel continente europeo, le questioni relative alla sovranità mobilitano quindi sia i cittadini che i partiti. Si è registrata una saldatura tra domanda e offerta, vale a dire tra i sentimenti di una parte di opinione pubblica, favorevole a una ri-appropriazione di sovranità da parte dello stato, e il sovranismo portato avanti da alcune forze politiche. L’Italia non fa eccezione. Il sovranismo ha fatto la sua irruzione da tempo anche nella scena politica italiana, un tempo molto europeista. I suoi principali sostenitori hanno annoverato la Lega, Fratelli d’Italia e il Movimento 5 Stelle che, fino almeno al suo ingresso nell’arena di governo, si caratterizzava per proclami sovranisti piuttosto pronunciati. Il Movimento 5 Stelle ha poi rivisto la sua linea e ha abbandonato quelle posizioni.

Nell’attuale contesto della campagna per le elezioni europee, il sovranismo rimane prerogativa della Lega, con slogan quali “Più Italia! Meno Europa” esibiti nei manifesti leghisti che rivestono le nostre città, nonché di Fratelli d’Italia che, attraverso la voce di Giorgia Meloni, disegna una nuova Europa delle patrie dai contorni piuttosto indefiniti. Si tratta di progetti allo stato attuale vaghi, più che altro affermazioni di principio da sventolare come bandiere, con l’obiettivo di esercitare un richiamo su settori non trascurabili di opinione pubblica sensibili, in Italia come altrove, ai richiami in difesa della sovranità nazionale.

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